Intelligenza Artificiale, nuova frontiera per i Disordini del Movimento - Fondazione Mariani
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Intelligenza Artificiale, nuova frontiera per i Disordini del Movimento

È imprescindibile oggi, per chi si occupa di Disordini del movimento, conoscere le nuove, incoraggianti prospettive che sta aprendo l’Intelligenza Artificiale (IA) per la valutazione e il monitoraggio di questi disordini, anche per orientarsi verso un modello di intervento sempre più personalizzato.

Delle promettenti potenzialità della IA parlerà la Prof.ssa Giuseppina Sgandurra (IRCCS Fondazione Stella Maris, Pisa e Università di Pisa) al nostro Corso sui Disordini del Movimento in età pediatrica, che si terrà a Genova dal 20 al 22 novembre 2025.

«Il Corso ha proprio l’obiettivo di illustrare le recenti acquisizioni della ricerca scientifica e gli strumenti di valutazione clinica e strumentale necessari per un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare coerente con le più attuali evidenze scientifiche» spiega il Dr. Nardo Nardocci (Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta), direttore scientifico di questo appuntamento formativo.

Presentiamo qui in anteprima l’abstract della Prof.ssa Sgandurra.

Per conoscere il programma completo del Corso e le modalità di iscrizione, rinviamo alle relative pagine del nostro sito.

Programma  |  Iscriviti qui

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Intelligenza Artificiale e Disordini del Movimento in età pediatrica

L’Intelligenza Artificiale (IA) in ambito pediatrico sta emergendo come uno strumento innovativo di supporto alla valutazione, al monitoraggio, alla diagnosi ed alla riabilitazione. In particolare, nell’analisi delle funzioni motorie può permettere di rendere le valutazioni più oggettive permettendo di identificare pattern motori atipici, predire l’evoluzione funzionale e rendere i programmi riabilitativi più adattivi e altamente personalizzati.

In campo pediatrico, l’IA trova una delle sue recenti applicazioni nell’elaborazione dei dati provenienti dai sensori indossabili, che in letteratura sono stati recentemente utilizzati per la caratterizzazione dei pattern motori degli arti superiori in bambini con Paralisi Cerebrale (PC). L’utilizzo appunto degli arti superiori rappresenta una competenza che sottintende il livello di autonomia del bambino ed è trasversale alle diverse forme di PC, pertanto di notevole rilievo. 

Gli studi sull’utilizzo degli arti superiori in età pediatrica sono stati condotti inizialmente in ambito clinico, durante valutazioni cliniche semi-strutturate, in cui si è dimostrata la corrispondenza tra il dato clinico, derivante dall’osservazione del comportamento e dal punteggio ottenuto al test clinico, e il dato tecnologico, rilevato appunto dai sensori indossabili. Successivamente le misurazioni sono state esportate in ambito naturalistico, ovvero durante la vita quotidiana. 

Attualmente, all’interno delle PC, le diverse forme sono state analizzate separatamente in diversi lavori, rendendo i confronti tra gruppi complicati e non sempre possibili.

Durante il corso, verranno presentati per la prima volta i risultati derivanti dall’analisi dei movimenti degli arti superiori in bambini con diverse forme di PC (uni- e bi-laterale, prevalentemente di forma spastica, mista o discinetica) durante la valutazione clinica con test della famiglia Assisting Hand Assessment (AHA o BoHA), al fine di esplorare il potenziale dei sensori indossabili di identificare le diverse caratteristiche dei disordini del movimento e differenziare nuovi biomarker digitali tra bambini con PC di tipo spastico e discinetico.

Restano tuttavia aperte ancora molte sfide metodologiche, legate per esempio alla necessità di dataset pediatrici ampi e diversificati, alla trasparenza algoritmica e alla validazione clinica, oltre che alla co-creazione di tali soluzioni innovative prevendendo l’attivo coinvolgimento di figure multidisciplinari insieme ai bambini ed alle famiglie. 

Tali studi pioneristici nel campo aprono nuove frontiere per l’arricchimento della valutazione e del monitoraggio dei disturbi del movimento nell’era digitale in quanto l’integrazione dell’IA nella pratica clinica pediatrica rappresenta una frontiera promettente per la medicina riabilitativa, orientata a un modello di intervento sempre più personalizzato, oggettivo e partecipativo.

Prof.ssa Giuseppina Sgandurra
IRCCS Fondazione Stella Maris, Pisa e Università di Pisa

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